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Golinelli ha scritto che “quest’anno Mirandola avrà la certezza di spendere 291mila euro in più a causa dell’Union e che, se fosse già uscita, la quasi totalità di queste risorse rimarrebbe a Mirandola per i cittadini mirandolesi e non andrebbe ad alimentare un ente burocratico.

Un consigliere che onori il suo ruolo, tanto più se parlamentare, dovrebbe più rispetto alla verità dei numeri e quindi dei cittadini. Golinelli sa benissimo che quelle maggiori risorse necessarie all’Unione corrispondo a maggiori servizi che l’Unione eroga ai cittadini di Mirandola, come a tutti i cittadini della Bassa, per il crescere dei bisogni e dei costi dei servizi legato alla fase pandemica che stiamo attraversando.

Stiamo parlando di ambiti fondamentali, dei servizi educativi 0 – 6 anni, di supporto ai ragazzi con handicap nelle scuole dalle materne alle superiori, di maggiori costi nelle case residenza per anziani per effetto del Covid e via dicendo.

Di questo stiamo parlando, di servizi ai cittadini. E’ semplice, è una paginetta di numeri, basta leggerla.
Tra l’altro, leggendola l’onorevole Golinelli scoprirebbe, ma lo sa già e si guarda bene dal dirlo, che questi maggiori costi sono tutti e ampiamente coperti dai risparmi di spesa disponibili dell’Unione nell’anno precedente, per cui Mirandola non dovrà reperire un euro in più dal proprio bilancio.
Sarà che Mirandola ha deciso di uscire senza lo straccio di un numero, ma ora manipolare ad arte anche i numeri che ci sono mi pare davvero troppo. Per giustificare la propria scelta di rottura non c’è bisogno di mistificare la realtà.

In verità Golinelli cerca solo di nascondere i costi di Mirandola-exit, quelli sì non coperti dai comuni e dall’Unione, perché a fronte di spese per servizi ai cittadini ci saranno costi non previsti per la rottura, tra perdite di economie di scala e di contributi, costi che purtroppo si aggireranno sul milione e duecentomila euro.
Guardiamo avanti.

Ora i comuni dell’Unione facciano un accordo per l’uscita ordinata di Mirandola e guardino avanti. Progettiamo la nascita della nuova Unione senza Mirandola, per continuare a gestire servizi di qualità e rappresentare gli interessi generali della Bassa Modenese.
Lasciamoci alle spalle la deriva, l’avvitamento su sé stessa della Lega di Mirandola. Pensiamo insieme e in modo ambizioso.
Per esempio, pensiamo a quali progetti di resilienza e sviluppo della Bassa Modenese proporre alla Regione e al Governo, nell’ambito dei grandi capitoli del Next Generation Eu, cosiddetto Recovery Fund.
Può farlo solo l’Unione che continuerà ad essere l’istituzione più rappresentativa della Bassa Modenese.