Un mio intervento pubblicato sulla Gazzetta di Modena di oggi.
Non vi nascondo che torno dall’Assemblea nazionale del PD di sabato con un misto di speranza e malessere. Ci sono stati passi in avanti: si è eletto Maurizio Martina segretario e si è deciso finalmente di avviare il percorso verso il Congresso. Dopo una fase di apertura ed ascolto, la prossima Assemblea nazionale in autunno indirà formalmente il Congresso, per concludersi entro le Europee del 2019. Questi i passi in avanti che possono far uscire il PD dall’immobilismo.
E ora vengo al malessere: sabato ho sentito e visto troppe energie ancora protese a consumare calcoli tattici e recriminazioni (più che analisi) sul passato, pochissime ad aprire un orizzonte nuovo. Allora penso a Katia, una ragazza che, dopo il 4 marzo, si è presenta alla sede del mio Circolo PD di Concordia sulla Secchia chiedendo di potersi iscrivere. Dopo il 4 marzo. Se avesse assistito all’Assemblea nazionale non avrebbe tratto conferme di aver fatto la scelta giusta. Ma avete capito che stiamo camminando sul cornicione ? Avete capito che non c’è un minuto da perdere ? o apriamo subito un orizzonte nuovo che consenta alle tante Katia della nostra provincia e di tutte le province d’Italia di non rassegnarsi, di scegliere di mettersi in gioco e di concorrere a scrivere una pagina veramente nuova della sinistra oppure saremo, come scrive Claudio Tito domenica su Repubblica, “il primo laboratorio politico europeo senza sinistra”. Ossia con una sinistra irrilevante.
Il PD è in bilico fra il diventare l’alternativa di governo che si prepara per il domani, tornando ad essere presto un punto di riferimento di speranza per l’Italia o il diventare un irrilevante vuoto a perdere. Io credo che sia possibile incamminarci lungo la prima strada: se capiamo che l’Italia non va vista da un oblò, da Firenze, da Roma, l’Italia reale è più Modena, sono le cento città medie dove vive la stragrande maggioranza degli italiani che non possono sentirsi periferici rispetto ad una narrazione sentita come distante dai bisogni reali e profondi delle persone e delle famiglie. La base, il PD di “periferia”, anche a Modena, non può limitarsi ad assistere, silente.
Perché penso che ci sia speranza? Cosa dirò a Katia la prossima riunione dei Circolo di Concordia? Dirò che la settimana scorsa il PD non è stato solo quello visto all’Assemblea nazionale, ma anche quello che due giorni prima ha presentato ufficialmente alla Camera una tra le proposte più serie di equità e di cambiamento, aderente ai bisogni del Paese reale: l’assegno universale per le famiglie con figli a carico. Un proposta che ha le gambe per potersi realizzare (non come il reddito di cittadinanza), una proposta che tocca in modo sostanziale la condizione reale di milioni di famiglie che portano il peso e la responsabilità del futuro del Paese. E sottolineo responsabilità, anche qui non come il reddito di cittadinanza che in Italia, se mai fosse realizzato, finirebbe per essere una misura assistenzialistica. Una proposta che indica un orizzonte di società più equa e giusta, quella che deve proporre il nuovo PD. Era fra i 100 punti 100 del nostro programma elettorale. Con coerenza, lo abbiamo messo nero su bianco. Sabato, troppo presi dalle nostre scaramucce, nessuno ne ha parlato. Facciamone uno dei nostri punti di battaglia. Torneremo a vincere solo se diventeremo a Modena e nelle cento città d’Italia un campo aperto di idee per una società più equa e giusta. Basta balbettare, basta recriminazioni sul passato, basta rinvii. Mettiamoci in cammino.
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