Concordo con quanto afferma il Ministro Calenda in questa ottima intervista. (http://www.corriere.it/economia/17_dicembre_26/calenda-riforme-niente-stop-referendum-serve-costituente-f98b1284-ea6a-11e7-9b28-00bf098db776.shtml)
I risultati ottenuti in questa legislatura ci sono, sono numeri, sono fatti concreti. Per molti aspetti sono impressionanti se li si mette in fila tutti, figli della “capacità di reazione delle imprese italiane ma anche della politica economica dei governi Letta, Renzi, Gentiloni che ha ridotto il deficit liberando risorse per la crescita”.
Ma questo non basta e non basterà. Penso questo. Per “sconfiggere il rancore e la sfiducia nel futuro” e affrontare “il più difficile crocevia nella storia del Dopoguerra”, usando le parole di Calenda, è necessario rilanciare una prospettiva radicale di cambiamento in una nuova direzione: quella che punta ad un ‘dividendo sociale’ delle riforme, un dividendo orientato verso la parte del Paese che più l’ha sofferta, quell’ampia parte di ceto medio che s’impoverisce da vent’anni ed è sempre stata la spina dorsale della tenuta sociale del Paese.
Serve restituire certezze e sicurezze, per “mettere in sicurezza il Paese”. Poi mi sembra convincente l’idea di Calenda di un’assemblea costituente per non rinunciare a modernizzare le istituzioni del Paese con il massimo coinvolgimento del cittadini, imparando anche dagli errori commessi.
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