Siamo a pochi giorni dall’anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina e dell’inizio del guerra.
Tutto da leggere l’articolo di Domenico Quirico su La Stampa di oggi. Occorre, scrive Quirico, “imparare dall’abbecedario che aiuta prima a circoscrivere e poi a spegnere i conflitti. Questo impone di scartare i reciproci progetti di vittorie totali, di rese senza condizioni”.
Siamo fra due fuochi: l’Ucraina non deve perdere, per il suo popolo, per la democrazia, per il mondo; la Russia (Putin) non si può permettere di perdere, pur sapendo di non poter più vincere, “cancellando” l’Ucraina.
La pace sembra impossibile. Il prezzo: un’abisso di disumanità e distruzione che rischia di essere senza fine.
Unica via possibile è un cessate il fuoco, perché si apra lo spazio per la “pace possibile”.
In Corea, questo cessate il fuoco, una pace mai dichiarata, dopo 3 milioni di morti, dura, pur precaria, da 27 luglio del 1953.
“Coraggio, pacefondai”.
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