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“Vada a bordo, cazzo!”.

Nel gennaio 2012 ascoltammo tutti quest’ordine perentorio rivolto al comandante della Costa Concordia Schettino da parte dell’ufficiale De Falco che coordinava i soccorsi, perché compisse il proprio dovere fino in fondo, risalendo a bordo della nave, finché l’ultimo passeggero e l’ultimo membro dell’equipaggio fossero messi in salvo. L’ho risentito in questi giorni, in cui ricorre l’anniversario del naufragio della Costa Concordia. Riascoltarla mi fa ripensare a questa frase profetica di Aldo Moro: “Questo Paese non si salverà, la stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera, se in Italia non nascerà un nuovo senso del dovere”.

Un nuovo senso del dovere. Tornare a bordo, compiendo ciascuno fino in fondo il proprio dovere senza sfuggire alla propria responsabilità, perché non è sempre colpa di qualcun altro, è ciò di cui ha più bisogno il nostro Paese. Riguarda le classi dirigenti, tutte, ma anche l’intero tessuto civile connettivo del Paese.