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C’è una sproporzione enorme fra quanto tempo il sistema politico – mediatico dedica a temi ‘laterali’, e quello che invece dedica ai veri macigni che pesano sul futuro del nostro Paese. Tra i più pesanti in assoluto c’è la denatalità, come ben descrive questo articolo del demografo Alessandro Rosina.

La bassissima natalità rende traballante l’intero architrave del nostro Paese: dalle prospettive del sistema economico alla tenuta stessa dell’impianto complessivo del nostro welfare.

Eppure il diverso tasso di natalità che ci porta ad avere oltre 6 milioni di under 35 in meno rispetto ai francesi non è da imputare a un più basso desiderio dei nostri ragazzi di fare figli. In Italia, analizza Rosina, prevale ancora l’idea “che i figli siano un costo privato dei genitori, contro la convinzione, più consolidata in Francia, che le nuove generazioni siano un bene collettivo su cui investire in modo solido a vantaggio di tutto il paese”.

Che fare dunque? Serve una politica strutturale con la P maiuscola che creda ed investa nel futuro. Un’idea. Con il nostro debito pubblico sarebbe demagogico promettere di poter passare dalla sera alla mattina dal nostro 1% al 2 e passa % del PIL che investe la Francia in politiche strutturali per la famiglia. Ma possiamo e dobbiamo spendere meglio, superando la parcellizzazione degli aiuti in mille rivoli inefficaci, a favore di un assegno unico universale per le famiglie con figli.

Crisi delle nascite, un macigno sul nostro futuro